Il Professore Mario Sarica, fondatore e curatore del Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani a Gesso (ME) https://www.facebook.com/Museo-Cultura-e-Musica-Popolare-Peloritani-1438460916374637/ ha voluto ricordare Don Giovanni Ciulla con un emozionante post sul proprio profilo di facebook.
Il Professore Mario Sarica, che era molto legato a Don Giovanni da una sana Amicizia lunga quarant’anni, avrebbe voluto dire questo suo bel pensiero al funerale, ma purtroppo a causa delle restrizioni dovute al Covid 19 non ha potuto partecipare al funerale e ha usato facebook per esternare il suo ricordo di Don Giovanni Ciulla.
Questo ha scritto il Professore Mario Sarica:
RICORDANDO IL MIO “GEMELLO PASTORE”GIOVANNI CIULLA…
Lungo I sentieri peloritani, terra di millenaria cultura pastorale, qualche giorno fa, ci ha lasciati il caro Giovanni Ciulla.Un compagno di viaggio ‘speciale’ attraverso gli itinerari di ricerca demoetnoantropologica percorsi da oltre quarant’anni, fedele ai valori di vita e ai saperi della tradizione ereditata dall’originaria enclave pastorale di Fiumedinisi.
Un gigante buono e generoso, ‘mpari Giuvanni, dall’aspetto fiero, dai tratti normanni, dai biondi e luminosi capelli, dal sorriso sempre accogliente, incorniciato dai baffi folti da guerriero, sempre in pace con se’ e con gli altri. InconfondIbile tratto distintivo somatico, quei baffi vistosi dei pastori ciuminisani da sempre, nei quali ‘mpari Giuvanni ritrovava la sua originaria e identitaria appartenenza alla terra peloritana.
Animato dall’ancestrale spirito transumante dei pastori, ‘mpari Giuvanni, circa trentanni fa aveva varcato il crinale dei Peloritani per impiantare il suo ovile assieme alla sua famiglia nel territorio ospitale di San Pier Niceto, in contrada Cafurci, accolto presto, per il suo carattere gioviale e onesto, a pieni titoli, come uno dei migliori compaesani della comunita’ sanpirota.
Ero orgoglioso del mio “gemello-pastore”, ‘mpari Giuvanni, cosi mi piaceva chiamarlo, non solo per l’innata empatia scambievole che si rinnovava ad ogni incontro, e per tutto quello che ho imparato da lui, ma anche perche’, e di questo ero sinceramente contento, condividevo con lui lo stesso anno di nascita, il 1952, e dunque un percorso esistenziale parallelo.
‘Mpari Giuvanni e’ stato uno degli ultimi eredi di quel sapere culturale pastorale antico e nobile peloritano, di cui aveva un rispetto quasi sacrale, esaltandone la bellezza in armonia con l’incomparabile paesaggio peloritano. Incarnava infatti a tutto tondo la figura integrale del pastore con I suoi molteplici saperi, da quelli materiali a quelli immateriali.
Abile nel modellare I tipici manufatti lignei pastorali, da buon pastore-suonatore peloritano, ‘mpari Giuvanni, suonava non solo la zampogna a paro ma anche l’organetto diatonico, accompagnando il canto antico, struggente e sublime ciuminisano, della sorella Marianna. Loro sono stati piu’ volte protagonisti di performance memorabili, dalle intense emozioni, al Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani. E mi piace anche ricordare ‘mpari Giuvanni alla zampogna a paro, fedele sempre all’abbigliamento dei pastori peloritani, con gileccu di velluto di ordinanza, in diverse edizioni di Notti Disiata, l’evento concertistico del Natale piu’ atteso a Messina, nella chiesa di S Caterina.
E allora ciao, e buon viaggio mio caro “gemello-pastore” ‘mpari Giuvanni, mi mancherei molto!Davvero commovente poi l’addio, che lo ha accompagnato fino alla sepoltura nella sua amata terra al suono consolante delle zampogne delle nuove generazioni, a lui da sempre vicine, quelle, di Franco Venuto, Santino Scordino, Nino Catanese e i dolenti battiti rtimici del tamburo a cornice di Luigi De Carolis.
Ma tu sai ‘mpari Giuvanni, che da qualche anno sei gia’ con noi al Museo dei Peloritani, da quando generosamente hai voluto regalare un tuo bastone, con autoritratto inciso; I causi I peddi di pelle di capra e.un collare, cui si riferiscono le immagini di Marco Freni, giovane etnomusicologo che ringrazio, per la continua e preziosa collaborazione prestata a me e al museo.
Le Foto nella slide appartengono al Museo Cultura e Musica Popolare Dei Peloritani e sono state realizzate da Marco Freni
La Foto di Copertina è stata realizzata da Antonio Spadaro